Io i trenta li ho passati da un po’. Da quattro anni ormai. E, fortunatamente, il ticchettio del mio orologio biologico si è fatto, con il tempo, meno assordante.
Lo so che può sembrare paradossale, ma è così. E ripeto, è una vera fortuna perchè all’epoca del passaggio dai venti ai trenta, il richiamo del mio cucù si era fatto troppo simile al suono di una bomba ad orologeria sul punto di esplodere.
E non parlo solo di desiderio di maternità, ma di quella voce odiosa che ti impone scelte da adulta: devi farti una famiglia, devi diventare una brava moglie, una casalinga perfetta, finalmente una donna.
E tutto come se il tuo tempo stesse per esaurirsi, come se fossi un fiore che sta per sfiorire, uno yogurt in scadenza. Ti senti un cono gelato che si squaglia al sole.
E così, inevitabilmente, sbarelli, ossessionando te stessa e l’uomo che ti sta accanto, che di quell’orologio non avverte neanche il rintocco lontano.
Gli dici che se ti ama deve darti un figlio, che per il matrimonio c’è tempo, ma che diventare genitori è diventata una priorità per entrambi.
Peccato che tu non ti renda conto che la paternità è una scelta e che pertanto non si possa imporre.
Così, quando il tuo compagno ti guarda con occhi smarriti e grossi come ciliegie, ti rifugi in un rassicurante the con le amiche.
Ed è a quel punto che la situazione peggiora drammaticamente.
Perchè sembra impossibile, ma le tue amiche sono tutte più avanti o più indietro di te. Nessuna sta tenendo il tuo passo. E così ti senti perennemente inadeguata: se ti confronti con le già mogli e già mamme, ti assale la sensazione di essere un’eterna ragazzina, immatura e incapace di affrontare le responsabilità.
Se invece ti confronti con quelle che non pensano alla famiglia nemmeno nei loro peggior incubi, ti ritrovi all’ennesimo aperitivo in centro, triste e svilita, con idee da vecchia in un mondo di eternamente giovani, che non hanno dimenticato come ci si diverte.
E allora, in preda a questo stato confusionale, passano i mesi e con essi innumerevoli periodi fertili.
Ma magicamente,ti calmi, ti tranquillizzi, cerchi il tuo centro. Respiri a fondo. Le ovulazioni passate invano cominciano a non assillarti più.
E siccome nella vita todo cambia, il ticchettio dell’orologio si sintonizza con il battito del tuo cuore, per concederti la gioia di una scelta consapevole.
Sono Ilaria e ho 33 anni. Sono un architetto, o almeno ci provo, e ogni giorno mi sveglio e vorrei fare qualcosa di diverso dal mio attuale lavoro. Sarà un pregio o un difetto?La mia mente è in continuo movimento e agitazione nonostante io sia, apparentemente, la persona più calma della storia dei calmi.
Le Trentenni e l’orologio biologico
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Ilaria Sirena
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